La Giostra di Nina

Eccomi all’inaugurazione de “La giostra di Nina” di Valerio Berruti al MAXXI arriviamo per il talk. L’installazione occupa metà della hall del museo…
a prima vista vista sembra una giostra ma avvicinandoci vediamo che al posto dei cavalli ci sono degli uccelli che volano. Giostra o carillon? Si tratta di una non giostra perché secondo chi si occupa di giostre le cose non si fanno così. Col movimento si vola al tempo di musica che ricorda un carillon della nostra infanzia. L’installazione è interattiva e si può volare sul dorso di un gabbiano. Prevalgono colori chiari: il bianco e l’oro e la luce.
Dopo il talk la proiezione di questo gioiello della video arte. Anche qui un non video perché non è né film né corto né animazione. E’ girato a cinque fotogrammi al secondo: per farne un minuto servono due mesi di lavoro. Colori accesi e tratti forti per un giro onirico sulla giostra. Le musiche sono di Ludovico Einaudi. Il Berruti è di Alba e gli studenti del liceo artistico lo hanno aiutato con i fotogrammi.
L’artista ci svela che si tratta di un carillon, anche attraverso le musiche, vuole restituire l’archetipo dell’infanzia. La piccola Nina, in vortici di colore, va da sola verso la giostra, basta avvicinarsi che subito il gioco la cattura, la fantasia l’illumina e le rende una nuova identità. Si tratta di un’opera di formazione o meglio di formazione artistica in quanto descrive quel momento della nostra infanzia in cui la fantasia e l’immaginazione trasformano tutto quello che ci circonda, quel momento in cui scopriamo la nostra sensibilità estetica e capiamo che ne avremo a che fare per il resto della nostra vita.

La mostra ha inaugurato il 18 ottobre e finirà il 27 al MAXXI