Inaugurano oggi, 22 ottobre, due mostre al Palazzo delle Esposizioni: “La meccanica dei mostri. Da Carlo Rambaldi a Makinarium” a cura di Claudio Libero Pisano e “Sublimi Anatomie” a cura di Andrea Carlino, Philippe Comar, Anna Luppi, Vincenzo Napolano e Laura Perrone.
Noi siamo andati a dare uno sguardo e vi vogliamo raccontare…
Tutto ruota attorno alla figura di Carlo Rambaldi (Vigarano Mainarda, 15 settembre 1925 – Lamezia Terme, 10 agosto 2012) creatore di Alien e E.T..
Come ogni mostra che si rispetti si parte dal passato e quindi dall’attenzione all’anatomia umana e alla medicina greca e precristiana fino al Rinascimento. Filippo Melantone (1497-1560) afferma che: “L’anatomia è l’inizio della teologia, è il punto di accesso all’agnizione di Dio”. Il conosci te stesso di Socrate viene applicato in maniera letterale al proprio corpo e alla propria anatomia ed è sì motivo di indagine teologica in quanto dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza.
Con il Granduca illuminato Pietro Leopoldo di Lorena abbiamo l’istituzione della cattedra di “Anatomia Sublime e delle Regioni” all’ospedale di Santa Maria nuova di Firenze che sarà assegnata a Filippo Pacini (1812-1833) già professore, dal 1847, di Anatomia Pittorica all’accademia di Belle Arti di Firenze.
Accanto alle questioni scientifiche, mediche e strettamente anatomiche ecco entrare un altro concetto quello del sublime analizzato da Burke, Kant e Schopenhauer. Per Kant, nella “Critica del Giudizio” ne esistono due: il sublime dinamico cioè quando capiamo la potenza annientatrice della natura e prendiamo coscienza dei nostri limiti nei confronti di essa e il sublime matematico che intuisce la perfezione della bellezza logica ma al di fuori del tempo.
La sala è piena di modelli in cera di anatomia: corpi aperti e sventrati, studi di mandibole, feti ancora in utero: vera e propria ossessione dei medici del passato. Per farvi divertire vi allego le foto. Tra l’altro, al piano terra, c’è un teatro: si tratta di un teatro anatomico, dove i professori di medicina praticavano le autopsie e gli studenti potevano seguire… a proposito la citazione è d’obbligo: mi è venuto in mente un quadro di Rembrandt: “La lezione di anatomia del dottor Tulp” ma nella mostra non è nominato affatto.
Ma noi siamo venuti qui per il cinema e per capire qualcosa di più sugli effetti speciali prima della computer-grafica che ha spopolato negli anni ’90. Anche qui dobbiamo fare un po’ di storia. Il cinema e gli effetti speciali sono un tutt’uno già dai Lumière che usano degli effetti rudimentali per rappresentare un crollo di un muro; come non nominare il mio adorato Méliès con il suo “Viaggio sulla luna” del 1902: qui gli effetti speciali incalzano a suon di ironia come nella celeberrima scena della luna con l’occhio accecato dal razzo. Effetti fortemente teatrali ed espressionisti come ne “Il gabinetto del dottor Caligari”, di Robert Wiene, che è del ’20 e, a proposito di quest’epoca “Metropolis” di Fritz Lang che è del ’26. Già in quest’ultima opera gli effetti speciali diventano sinonimi di fantascienza. Nel 1933 esce “King Kong”. Le ultime due pellicole “E.T. l’extra-terreste” 1982 di Steven Spielberg e “Alien” 1979 di Ridley Scott sono quelle in cui il lavoro del Rambaldi è più evidente. Abbiamo un modello con la testa di E.T. con il movimento degli occhi che allego in foto. Arriviamo ai nostri giorni con il film di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti” 2015, la pellicola vince numerosi premi nazionali e internazionali tra cui il David di Donatello 2016 a Makinarium per i migliori effetti speciali. Orchi, streghe, arpie, draghi d’acqua tutto fatto in maniera analogica anche se nel film c’è comunque l’aiuto della computer-grafica. Finiamo con la sinergia tra arte e moda con un modello di camaleonte e di cucciolo di drago usati da Gucci per la sfilata autunno-inverno 2018_19.